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Nell’era del dpcm, torna lo spettro delle restrizioni popolari: similcoprifuoco dopo le 23?

Roma – Il Primo Ministro si appresta dunque, domani lunedì 5 ottobre a firmare “motu proprio” l’ennesimo dipiciemme. Quei fogli unilaterali che in forza di una persona sola condizionano la vita di milioni di cittadini. Un tempo si chiamava dittatura. Oggi si chiama dipiciemme. Allora è chiaro che si devono rispettare le regole, ma alle persone va spiegato il perchè vanno rispettate. Le mascherine all’aperto nel Lazio e poi in tutta Italia, se servono si mettono. Ma servono realmente? O si ha di nuovo la sensazione della voglia di potere della politica che vuole vedere gente in giro con la bocca tappata tutti come robot e con settori industriali come quello della musica e spettacolo al tracollo finale?

Non sappiamo quali siano i veri obiettivi, non siamo negazionisti di un virus che in effetti esiste, ma nemmeno possiamo sentirci in colpa di esistere. Sembra quasi che il popolo abbia i suoi maestrini pronti a bacchettare tutti e ricorrendo alla militarizzazione pubblica.

Diciamo che i politici sembrano averci preso gusto, lo si nota dagli atteggiamenti che cercano di nascondere ma non gli riesce a sufficienza. E non si affranca nessuno: l’opposizione fa finta di contestare, cincischia, mentre la maggioranza tronfia sembra schiacciare la testa al popolo che era sovrano.

Non lo è più, infatti. E’ privo di poter esternare sentimenti, e deve fare i conti con i leader infettati in sequenza. Come gli altri. Dunque il contagio di Trump una manna dal cielo per chi vuole dimostrare il rischio morte con il coronavirus sempre in agguato.

Ma dimentichiamo che siamo sempre a rischio? Che ogni minuto non siamo padroni della nostra vita e per vicissitudini varie indipendenti dalla nostra volontà potremmo passare all’altra dimensione?

Tutte le altre patologie sono state dimenticate, la gente muore di solitudine, cresce l’ansia e la mancanza di obiettivi. I giovani esorcizzano tutto questo e continuano ad abbracciarsi. Si abbracciarsi significa volersi bene, e il covid19 ci ha robottizzati.

Ora si multa anche la gente che appena mangiato un gelato mentre getta la coppetta senza il tapaboca deve pagare quattrocento euro. Luoghi della movida romana, che con questo andazzo saranno sempre meno frequentati. E con il nuovo dipiciemme il nostro Re d’Italia successore del sempiterno Giorgio ci farà capire che si entra in un nuovo lockdown, forse non staremo tutti in casa ma sarà un lockdown mentale e terrorizzante.

Vivremo un autunno inverno non nel calore del periodo ma nel terrore di ascoltare continuamente notizie di contagi, classi in quarantena, gente privata della libertà perchè è capitata a “contatto” con uno studente infettato. Ma quali contatti intercorrono tra un insegnante ed il suo studente? Si baciano, sono vicini a meno di un metro? Vorremmo capire queste quarantene, ossia arresti domiciliari a catena che riguarderanno milioni di italiani.

Siamo liberi di lanciarci in volo nel vuoto, rischiare la vita con sport pericolosissimi  ma non siamo liberi di vivere. Vivere è un rischio, guidare è un rischio incidente mortale. Tutto è un rischio.

L’incubo che i popoli stanno vivendo sembra ormai senza fine, anzi potrebbe essere solo l’inizio. L’emergenza finirà nel 2023 quando il Quirinale costretto dalla legge dovrà per forza far votare il popolo.

 

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