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Intestino e cervello: un legame fondamentale per la nostra salute

La maggior parte dei microrganismi che compongono il nostro microbioma si trova nel nostro intestino, in cui vi sono oltre 2 chili di batteri, interconnessi e collegati, tanto da poter essere considerati come formanti un “organo”.
Siamo in pratica di fronte alla scoperta di un “nuovo organo”, di tutt’altro che piccole dimensioni, di cui fino a pochi anni fa ignoravamo l’esistenza e che svolge un ruolo determinante per la npstra salute.

Come aveva osservato oltre 2500 anni fa il “padre della medicina” Ippocrate: “Tutte le malattie hanno origine nell’intestino”.
Data la collocazione di questo “nuovo organo” nel nostro apparato intestinale, l’ipotesi che viene per prima in mente è che l’influsso del microbioma sulla nostra salute riguardi in prima linea la digestione e assimilazione dei cibi. Esso peraltro, oltre a supportare e modulare (come vedremo) le funzioni digestive svolge (anche a seguito dell’influsso che esercita sul livello di permeabilità della barriera intestinale) un ruolo decisivo sul metabolismo e nella regolazione del sistema immunitario, e quindi è coinvolto non solo in problemi di digestione ma anche in problemi di allergie, malattie autoimmuni, debolezza delle difese immunitarie e molti altri; inoltre estrae ed elabora vitamine ed altre sostanze nutritive dai cibi che mangiamo.

Sarebbe pertanto riduttivo ed erroneo, come ormai appare provato da numerosi studi, ritenere che solo l’aspetto gastrointestinale sia influenzato dalla composizione del nostro microbioma. Questa enorme comunità di batteri influenza infatti profondamente molti aspetti della crescita, dello sviluppo e del funzionamento del nostro organismo, nei suoi aspetti fisici ma anche mentali/emotivi (ed anche questo aspetto appare ormai provato da un notevole numero di studi).  
Come mette in rilievo l’American Psychological Association (APA) in una pubblicazione del 2012 [1] il complesso dei nostri batteri intestinali produce anche centinaia di sostanze neurochimiche che il cervello usa per regolare non solo i processi fisiologici fondamentali ma anche le funzioni mentali come l’apprendimento, la memoria e l’umore/stato d’animo. Così ad es. questi batteri producono circa il 95% del rifornimento del corpo in serotonina, la quale influenza sia l’umore che l’attività gastrointestinale .       
Nella pubblicazione citata vi sono tra l’altro le considerazioni del gastroenterologo Emeran Mayer, MD, direttore del Centro di Neurobiologia dello Stress, dell’University of California, Los Angeles (UCLA), il quale osserva che se si considera l’abilità dell’intestino e dei suol batteri di comunicare sotto tanti aspetti con il cervello, nonché il suo ruolo cruciale nel difendere il corpo da vari pericoli allora “è quasi impensabile che l’intestino non svolga un ruolo cruciale sugli stati d’animo”, e quindi su fenomeni come stress, ansietà, depressione ed altri.         (Scienza e Conoscenza – Fiamma Ferraro)

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